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Sintesi
Il sito "Work-Life Balance in Japan" esplora le sfide della cultura lavorativa giapponese, dove aspettative culturali radicate e lunghe ore di lavoro influenzano quotidianamente la vita dei professionisti. Nonostante i diritti di ferie legali, gli impiegati giapponesi utilizzano solo una frazione dei giorni di ferie disponibili, lavorando in media 348 ore in più all'anno rispetto ai loro colleghi tedeschi. In risposta a questa crisi, molte aziende stanno iniziando a promuovere una migliore integrazione tra vita lavorativa e personale, incentivando pause e uso completo delle ferie, nonostante le ore di straordinario siano limitate per legge. L'adozione del lavoro remoto è ancora bassa, persino durante la pandemia, ma recenti sondaggi mostrano che una parte significativa della popolazione è pronta a cambiare. Un esempio di contrasto a queste dinamiche è HosonoDE, un'azienda che forma un modello lavorativo alternativo, con politiche più flessibili riguardo a ferie e malattie.In Giappone, le radicate aspettative culturali e le straordinarie lunghe ore di lavoro influenzano la vita quotidiana di molti lavoratori. La cultura lavorativa tradizionale, in cui è considerato inappropriato lasciare il posto di lavoro finché il superiore è presente, porta spesso a notevoli stress.
Orari di lavoro e aspettative sociali
Molti giapponesi lavorano fino a tarda sera. Il termine "Karoshi" – che letteralmente significa "morte da eccessivo lavoro" – incarna le conseguenze mortali dell’estremo carico lavorativo, che spesso si traduce in malattie cardiovascolari come ictus o infarto. Questa problematica è oggetto di discussione dagli anni ’70 ed è un tema centrale nel dibattito per un ambiente lavorativo sano. [1]
Iniziative per migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro
Molte aziende promuovono un equilibrio più sano tra lavoro e vita privata, incoraggiando i dipendenti a fare pause regolari e a prendere tutte le ferie a cui hanno diritto. Le normative legali limitano gli straordinari a un massimo di 45 ore al mese e 360 all'anno – in determinate condizioni, tuttavia, è possibile stipulare accordi speciali. [2]
Lavoro da remoto in Giappone – Sviluppi post-pandemia
Il modello del lavoro da casa non ha mai veramente preso piede in Giappone. Anche durante il picco della pandemia, solo alcune aziende, in particolare le compagnie tecnologiche locali e internazionali, hanno adottato il lavoro da remoto. Prima della pandemia, la quota era intorno al 10 %, mentre durante essa è salita a circa il 20 % – cioè, l’80 % dei cittadini continuava a lavorare in ufficio. Per confronto: negli USA la percentuale di lavoro da remoto è aumentata dal 17 % al notevole 44 %. [3]
Utilizzo delle ferie e straordinari
Nonostante i diritti legali alle ferie, i lavoratori giapponesi usufruiscono in media di soli 8,8 giorni di ferie all'anno – meno della metà di quanto spetti loro. Secondo i dati OCSE, un giapponese medio lavora circa 348 ore in più all'anno rispetto, ad esempio, a un lavoratore tedesco. Queste ore aggiuntive ammontano a circa tre mesi di straordinari all'anno. [1]
Risultati del sondaggio (Staff Service Holdings, luglio 2023)
Un sondaggio condotto tra 920 lavoratori di età compresa tra 17 e 62 anni ha rivelato che il 70,2 % dei partecipanti ritiene "facile" prendere ferie – percentuale che nella Generazione Z sale al 76,1 %. Tuttavia, il 43,7 % si sente a disagio nel richiedere le ferie. Solo il 18,8 % usufruisce di tutte le ferie annue; nella cosiddetta Bubble Generation la percentuale scende al 22,6 %. È inoltre notevole che il 42,5 % dei rispondenti usufruisca di meno del 40 % delle ferie previste per legge. Da HosonoDE vale inoltre: tutte le ferie legali devono essere prese. [4]
HosonoDE – Un modello lavorativo alternativo
HosonoDE, l'azienda dietro il blog RyuKoch, adotta un modello lavorativo moderno che affronta consapevolmente alcuni degli aspetti negativi della tradizionale cultura lavorativa giapponese.
Norme in caso di malattia e diritti alle ferie
Diversamente da molte aziende tradizionali in Giappone, da HosonoDE in caso di malattia non vengono automaticamente scalati i giorni di ferie. I giorni di ferie rimangono intatti, mentre lo stipendio viene solo leggermente adeguato, poiché la giornata o le ore vengono considerate non retribuite. Anche in caso di dolori mestruali, i dipendenti possono prendere una pausa breve o andare a casa prima, cosa piuttosto insolita in Giappone, dove sussiste anche una certa vergogna nei confronti del datore di lavoro. [5]
Straordinari e orari di lavoro
Da HosonoDE non esiste l'obbligo di effettuare straordinari. Pur prevedendo un contratto di 40 ore settimanali, la maggior parte dei dipendenti lavora in media meno di 174 ore al mese a causa di occasionali assenze (ad esempio, giorni di malattia, dolori mestruali o emicranie) e della possibilità di usufruire del "Bonus Leave". Gli straordinari volontari possono essere utilizzati per compensare flessibilmente tali assenze. Se gli straordinari non vengono compensati con tempo libero, vengono retribuiti con un supplemento del +50 %, ben oltre il minimo legale del +25 %, che in molte aziende non viene applicato adeguatamente. [5]
Normativa flessibile dei giorni festivi e modelli di orario lavorativo
Sebbene HosonoDE sia un'azienda giapponese, utilizza il sistema festivo tedesco per soddisfare le esigenze dei clienti nell'area D-A-CH. I dipendenti possono così spostare in maniera flessibile i giorni festivi, per meglio conciliare gli impegni familiari e sociali. Inoltre, viene offerta la possibilità di compensare flessibilmente le ore di straordinario effettuate con orari anticipati o posticipati – e in caso di buone prestazioni esiste anche l'opzione di usufruire di un Bonus Leave non retribuito. [5]
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Karoshi, Karojisatsu e suicidi: rischi, esempi e prevenzione
Le condizioni lavorative estreme in Giappone non solo causano malattie fisiche, ma portano anche a gravi stress psicologici che in alcuni casi sfociano in suicidio.
L’articolo seguente tratta temi come il suicidio, lo stress psicologico e la morte da eccessivo lavoro (Karoshi, Karojisatsu). Questi contenuti potrebbero risultare pesanti per alcuni lettori. Si prega di decidere consapevolmente se proseguire nella lettura. Se ti senti colpito o necessiti di aiuto, contatta immediatamente professionisti specializzati.
Karoshi – Morte da eccessivo lavoro
Il termine "Karoshi" descrive la morte causata da un eccessivo carico lavorativo, spesso dovuta a malattie cardiovascolari come ictus o infarto. Dagli anni ’70, questo termine è in uso – i primi casi documentati risalgono al 1978 durante la 51ª conferenza della Japan Association of Industrial Health. Alcuni esempi illustrano l’entità del problema:
- Un dipendente che lavorava 110 ore a settimana è deceduto all’età di 34 anni a causa di un infarto.
- Un autista di autobus che lavorava oltre 3.000 ore all'anno e non aveva giorni liberi nei 15 giorni precedenti un ictus.
- Un impiegato di una tipografia a Tokyo che lavorava 4.320 ore all'anno e morì per un ictus – con il risarcimento erogato solamente 14 anni dopo.
- Un'infermiera di 22 anni, che dopo numerosi turni di 34 ore consecutivi, morì a causa di un infarto.
Karojisatsu – Suicidio per sovraccarico lavorativo
Oltre alle conseguenze fisiche del Karoshi, un eccessivo carico di lavoro può portare a reazioni suicide – note come Karojisatsu. Le cause includono orari di lavoro estremamente lunghi, come i turni notturni e il lavoro nei weekend, alta pressione prestazionale, licenziamenti forzati, mobbing e cambiamenti organizzativi radicali. In particolare, il middle management, che si trova a dover mediare tra decisioni ristrutturanti e la tutela dei dipendenti, subisce un forte stress.
Misure di prevenzione
- La riduzione delle ore lavorative eccessive e l’eliminazione del lavoro nei weekend e nei giorni festivi.
- Il miglioramento del supporto medico e l’accesso a trattamenti e consulenze psicologiche adeguate, specialmente in caso di depressione.
- La promozione di un dialogo aperto tra datori di lavoro e dipendenti per stabilire processi lavorativi più salutari.
- Valutazioni regolari dei rischi OSH per identificare e mitigare precocemente gli stress psicosociali.
Treni in ritardo a causa di suicidi
Un altro aspetto che evidenzia la problematica del Karoshi e del Karojisatsu in Giappone è il triste legame con i ritardi nel trasporto ferroviario. Il Giappone è noto a livello internazionale per il suo sistema ferroviario estremamente puntuale ed efficiente. Tuttavia, si verificano frequentemente interruzioni, annunciate con l’avviso "Personenschaden". Questo messaggio indica solitamente che una persona si è gettata davanti a un treno. Tali incidenti possono bloccare il servizio ferroviario per una o tre ore. Personalmente, mi è capitato che proprio il mio treno fosse coinvolto in un simile tragico episodio. È stata un’esperienza estremamente surreale e opprimente: in brevissimo tempo, decine di operatori del soccorso e poliziotti sono intervenuti, comportandosi in modo così routinario da dare l’impressione che tali situazioni accadano regolarmente. Purtroppo, questo sembra essere davvero il caso, e ciò riflette quanto lo stress sia profondamente radicato nella società giapponese.
Tassi globali di suicidio nel contesto (confronto tra i paesi del G20 e del G7)
Per comprendere meglio la problematica delle pressioni sociali e lavorative, è utile esaminare i tassi di suicidio a livello internazionale. I dati dell'OMS del 2019 (caso di suicidi per 100.000 abitanti) mostrano notevoli differenze tra gli Stati membri del G20, che comprendono sia paesi emergenti che nazioni economicamente avanzate.
Tra i paesi del G20, il Sudafrica registra il tasso più alto con 23,5, seguito dalla Russia (21,6) e dalla Corea del Sud (21,2). In questi paesi, fattori sociali ed economici complessi, così come un notevole carico psicologico, giocano un ruolo decisivo.
Per contro, il Giappone, nonostante le sue note sfide sociali come il Karoshi e il Karojisatsu, si colloca in una posizione intermedia tra i paesi del G20 con un tasso di suicidio di 12,2. Tuttavia, nel gruppo delle nazioni economicamente più forti (G7), il suo livello è preoccupantemente alto – solo gli USA, con un tasso di 14,5, presentano valori superiori all'interno del G7. Altri stati del G7 come Francia (9,7), Canada (10,3), Germania (8,3), Regno Unito (6,9) e Italia (6,7) mostrano tassi decisamente inferiori.
Questi dati evidenziano come il Giappone spicchi tra le nazioni industrializzate (G7) e, nonostante il benessere economico, subisca forti pressioni psicologiche. Il confronto diretto all'interno del G7 mostra quanto il problema sia radicato e urgente nella società giapponese. Allo stesso tempo, è evidente che la forza economica da sola non offre protezione contro le conseguenze psicologiche del carico lavorativo, dello stress e delle aspettative sociali. [7] [8]
Paese | Tasso di suicidio (2019) |
---|---|
Sudafrica | 23,5 |
Russia | 21,6 |
Corea del Sud | 21,2 |
USA (G7) | 14,5 |
India | 12,9 |
Giappone (G7) | 12,2 |
Australia | 11,3 |
Canada (G7) | 10,3 |
Francia (G7) | 9,7 |
Brasile | 8,8 |
Germania (G7) | 8,3 |
Argentina | 8,1 |
Regno Unito (G7) | 6,9 |
Italia (G7) | 6,7 |
Cina | 6,7 |
Messico | ~5,3 |
Indonesia | ~3,7 |
Arabia Saudita | ~3,4 |
Turchia | ~2,4 |
Questi dati evidenziano quanto le cause del suicidio siano molteplici e complesse, con il Giappone che spicca nel contesto dei paesi del G7. La prevenzione dello stress psicologico e la promozione di una cultura lavorativa equilibrata rimangono sfide centrali a livello sia sociale sia politico, non solo in Giappone ma a livello globale. [7] [8]
Riepilogo e prospettive
Questo documento offre una panoramica esaustiva sulle sfide dell’equilibrio tra vita lavorativa e privata in Giappone – dai tradizionali orari di lavoro, spesso eccessivamente lunghi, e dal ridotto utilizzo delle ferie, fino a conseguenze gravi come il Karoshi, il Karojisatsu e le tendenze suicide. Il modello lavorativo alternativo di HosonoDE propone soluzioni per mitigare questi problemi. Inoltre, il confronto dei tassi globali di suicidio in alcuni paesi del G20 fornisce un contesto internazionale che evidenzia la pressione sociale. Le future versioni di questo documento saranno continuamente ampliate e aggiornate. Tutte le nuove informazioni saranno sempre supportate da fonti verificabili, per offrire un archivio trasparente e fondato.
Fonti
- FAZ – Il lavoro è tutta la vita
- Daijob – Navigare tra orari di lavoro e pause in Giappone
- Japan Dev – Lavoro da remoto in Giappone
- Nippon.com – Dati sul Giappone
- HosonoDE Jobs
- ILO Studio di Caso – Karoshi: Morte da eccessivo lavoro
- Osservatorio della Salute Globale WHO
- Wikipedia – Elenco dei paesi per tasso di suicidio
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